Wystan
Hugh AUDEN - Domenico Pelini
Una sera che ero uscito
a spasso,
a spasso in Bristol
Street,
sul lastrico le folle
erano campi
di grano pronto per la
mietitura.
E lungo il fiume in
piena
udii un innamorato che
cantava
sotto un'arcata della
ferrovia:
"L'amore non ha
fine.
Io ti amerò, mio caro,
ti amerò
finché
e il fiume schizzi
sopra la montagna
e per la strada cantino
i salmoni.
Io ti amerò finché
l'oceano sia
ripiegato e steso ad
asciugare
e vadano la sette
stelle urlando
come oche in giro per
il cielo.
Come conigli correranno
gli anni
perché io tengo stretto
fra le braccia
il Fiore delle Età
e il primo amore al
mondo".
Ma tutti gli orologi di
città
si misero a vibrare e
rintoccare:
"Oh, non lasciarti
illudere dal Tempo,
non puoi vincere il
Tempo".
"Nelle tane
dell'Incubo,
dove Giustizia è nuda,
dall'ombra il Tempo vigila
e tossisce se ha voglia
di baciare".
"Tra emicranie e
in ansia
vagamente la vita vola
via
e il Tempo avrà vinto
la partita
domani o ancora
oggi".
"In molte verdi
valli
si accumula la neve
spaventosa;
il Tempo spezza le
danze intrecciate
e dell'atleta lo
stupendo tuffo".
"Oh, immergi
nell'acqua le tue mani,
giù fino al polso
immergile
e guarda, guarda bene
nel catino
e chiediti che cosa hai
perduto".
"Nella credenza
scricchiola il ghiacciaio,
il deserto sospira
dentro il letto
e nella tazza la crepa
dischiude
un sentiero alla terra
dei defunti".
"Dove i barboni
vincono bei soldi
e il Gigante fa le
moine a Jack
e l'Angioletto è un
nuovo Sacripante
e Jill finisce giù
lunga distesa".
"Oh, guarda,
guarda bene nello specchio,
guarda nella tua
ambascia;
la vita è ancora una
benedizione
anche se benedire tu
non puoi".
"Oh, rimani,
rimani alla finestra
mentre bruciano e
sgorgano le lacrime;
tu amerai il prossimo
tuo storto
con il tuo storto
cuore".
Era tardi, già tardi
quella sera,
tutti i rintocchi erano
cessati
e il gran fiume correva
ancora.