EMILY DICKINSON - Cristina Zamboni
L'ultima notte che
visse -
Era una notte comune -
Salvo il morire - che a
noi
Mostrò la natura
diversa -
Notammo le minime cose
-
Le cose trascurate fino
allora -
Da questa grande luce
nella mente
Come se fossero scritte
in corsivo.
Entrando e uscendo tra
quella
Sua stanza finale e le
stanze
Di chi sarebbe stato in
mezzo ai vivi
Domani - noi sentimmo
come colpa
Che altri potessero
esistere
E lei finire - ma anzi
Fu una gelosia che per
lei sorse
Così vicina
all'infinito -
Al suo trapasso
assistemmo -
E fu un esiguo momento
-
Troppo scosse le nostre
anime erano
Per parlare - finché
non giunse il segno.
Ebbe un ricordo - lo
dimenticò -
Poi - lieve come una
canna
Flessa sull'acqua -
appena contrastò -
Acconsentì - e fu morta
-
E noi - noi le
aggiustammo i capelli -
Le alzammo eretta la
testa -
E poi un tremendo agio
sopravvenne
Per regolare la nostra
fede -