GIOVANNI PASCOLI – la
voce – Vittorio Gassman
C'è una voce nella mia
vita,
che avverto nel punto
che muore;
voce stanca, voce
smarrita,
col tremito del
batticuore:
voce d'una accorsa
anelante,
che al povero petto
s'afferra
per dir tante cose e
poi tante,
ma piena ha la bocca di
terra:
tante tante cose che
vuole
ch'io sappia, ricordi,
sì... sì...
ma di tante tante
parole
non sento che un
soffio... Zvanî...
Quando avevo tanto
bisogno
di pane e di
compassione,
che mangiavo solo nel
sogno,
svegliandomi al primo
boccone;
una notte, su la
spalletta
del Reno, coperta di
neve,
dritto e solo (passava
in fretta
l'acqua brontolando, Si
beve?);
dritto e solo, con un
gran pianto
d'avere a finire così,
mi sentii d'un tratto
daccanto
quel soffio di voce...
Zvanî...
Oh! la terra, com'è
cattiva!
la terra, che amari
bocconi!
Ma voleva dirmi, io
capiva:
- No... no... Di' le
devozioni!
Le dicevi con me pian
piano,
con sempre la voce più
bassa:
la tua mano nella mia
mano:
ridille! vedrai che ti
passa.
Non far piangere piangere
piangere
(ancora!) chi tanto
soffrì!
il tuo pane, prega il
tuo angelo
che te lo porti...
Zvanî... -
Una notte dalle lunghe
ore
(nel carcere!), che
all'improvviso
dissi - Avresti molto
dolore,
tu, se non t'avessero
ucciso,
ora, o babbo! - che il
mio pensiero,
dal carcere, con un
lamento,
vide il babbo nel
cimitero,
le pie sorelline in
convento:
e che agli uomini, la
mia vita,
volevo lasciargliela
lì...
risentii la voce
smarrita
che disse in un
soffio... Zvanî...
Oh! la terra come è
cattiva!
non lascia discorrere,
poi!
Ma voleva dirmi, io
capiva:
- Piuttosto di' un
requie per noi!
Non possiamo nel
camposanto
più prendere sonno un
minuto,
ché sentiamo struggersi
in pianto
le bimbe che l'hanno
saputo!
Oh! la vita mia che ti
diedi
per loro, lasciarla vuoi
qui?
qui, mio figlio? dove
non vedi
chi uccise tuo padre...
Zvanî?... -
Quante volte sei
rivenuta
nei cupi abbandoni del
cuore,
voce stanca, voce
perduta,
col tremito del
batticuore:
voce d'una accorsa
anelante
che ai poveri labbri si
tocca
per dir tante cose e
poi tante;
ma piena di terra ha la
bocca:
la tua bocca! con i
tuoi baci,
già tanto accorati a
quei dì!
a quei dì beati e
fugaci
che aveva i tuoi
baci... Zvanî!...
che m'addormentavano
gravi
campane col placido
canto,
e sul capo biondo che
amavi,
sentivo un tepore di
pianto!
che ti lessi negli
occhi, ch'erano
pieni di pianto, che
sono
pieni di terra, la
preghiera
di vivere e d'essere
buono!
Ed allora, quasi un
comando,
no, quasi un compianto,
t'uscì
la parola che a quando
a quando
mi dici anche adesso...
Zvanî...